05 agosto

XVIII domenica del tempo ordinario

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Noi uomini abbiamo bisogno sempre di qualcuno che ci aiuti ad andare in profondità, si tratta di un’operazione che non possiamo fare da soli. Succede nelle dinamiche familiari, dove i momenti di coppia aiutano proprio a rileggere quanto avviene e provare a portarlo un po’ più nel profondo, succede per noi sacerdoti, chiamati a spezzare la Parola di Dio, non sulla base di nostre fantasie personali, bensì chiamati ad approfondire quanto la Chiesa legge all’interno dei brani che proclamiamo; lo fa ogni battezzato nel momento in cui si pone in ascolto chiedendo al Signore e a noi sacerdoti di rendere vicina alla vita di ogni giorno la Parola di Dio.

E questo è quello che è avvenuto anche in quel giorno oggetto del brano appena ascoltato. La gente riunita intorno a Gesù dopo essersi saziata grazie a quei pani moltiplicati, non è in grado di passare da sola dal segno al suo significato. Quella folla sazia si è fermata al pane fisico, solo la Parola di Gesù, sarà in grado di illuminare le loro menti e i loro cuori per riconoscere che è altro il nutrimento di cui l’uomo ha bisogno, quel cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo ci dona. Sarebbe come per un’innamorata ricevere una rosa rossa e fermarsi a guardare i petali o a pensare che sarebbe bello avere una casa piena di rose rosse… ma non accorgersi che quella rosa è il segno di altro, non di chi sponsorizza un fiorista ma di chi vuole esprimere un sentimento.

Gesù fa passare quegli uomini dal dono al donatore, dalla rosa all’innamorato, dal pane nutrimento del corpo a Lui, nutrimento di tutta la vita.

Noi siamo qui a celebrare proprio questo: l’aver scoperto che solo lui è il nostro vero cibo, che solo lui è in grado di sostenere le nostre fatiche quotidiane, quei tratti di cammino così in salita che a volte sembrano chiederci sforzi superiori alle nostre capacità. Lui è con noi, ci sostiene perché cammina a fianco a noi, ma non solo, è proprio dentro di noi, è parte della nostra stessa vita, è l’energia stessa che ci permette di proseguire nel nostro cammino.

Un’unica cosa è necessaria, credere. La folla credeva che ci fossero tante regole, tanti obblighi da espletare, tante opere da fare… invece Gesù ci dice che l’opera è una sola, credere in colui che il Padre ha mandato, credere in Gesù, affidarci a lui. Se credi in lui, tutto il resto sarà una conseguenza, non un obbligo o un precetto bensì una dimensione di amore e di fiducia. S. Agostino diceva “ama e fa ciò che vuoi”, nel senso che all’interno di una dimensione di amore vero, tutto ciò che fai non può che essere altro amore, oggi potremmo parafrasare: Credi e fa ciò che vuoi. Se crediamo in lui, la nostra vita non sarà più la stessa.