04 marzo

III domenica di Quaresima

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Siamo nel grande Tempio di Gerusalemme, il luogo più sacro per gli ebrei, il luogo della dimora di Dio in mezzo agli uomini. La casa del Padre, come la definisce Gesù. Luogo per incontrare Dio, luogo di pellegrinaggio, verso il quale ci si dirigeva facendo anche centinaia di chilometri… non certamente con le comodità di oggi. Quanti pellegrini giungevano, soprattutto in occasione delle feste principali, ma non solo. Il modo caratteristico della preghiera nel Tempio era costituito dall’offerta e dal sacrificio. Per questa ragione servivano animali da poter uccidere, ma non tutti erano adatti dal punto di vista della legge mosaica. Inoltre non era il caso di fare tanti chilometri col proprio animale appresso. Quindi nei cortili più esterni del tempio era consentito, proprio per agevolare la dimensione rituale di incontro con Dio, fare degli scambi commerciali così da poter offrire un sacrificio a Dio gradito.

Peccato che le cose probabilmente, con il tempo siano degenerate, la mera replicazione del gesto ha fatto dimenticare la sostanza, ha fatto sì che di quello scambio rimanesse solamente la dimensione commerciale, che qualcuno guadagnasse sulle spalle dei pellegrini, che l’incontro con Dio fosse un mercanteggiare, dimenticando invece la dimensione della consegna di sé, attraverso il sacrificio di quell’animale o attraverso l’offerta economica o vegetale che fosse.

Gesù si arrabbia, è preso dallo zelo per la casa di suo Padre e caccia tutti fuori. Così come nelle dispute con scribi e farisei, la sua parola fa tornare sempre al significato originario e pieno della consegna di Dio all’umanità; così in questo caso, è proprio cacciando fuori che Gesù invita ad entrare dentro veramente. È facendo uscire le dinamiche commerciali, sia tra uomini che nei confronti di Dio, che puoi entrare veramente in te stesso e in relazione autentica col Padre.

Non è di certo negli schiamazzi di una contrattazione mercantile (come è di tradizione orientale) che puoi riuscire ad ascoltare la Parola che Dio ti rivolge in prima persona. L’invito di oggi della liturgia è di fare un po’ di ordine spirituale nella nostra vita, questo è il senso profondo anche di tutta la quaresima, scorgere quelle cose, quegli atteggiamenti che sono come degli schiamazzi nella nostra vita e ci distraggono da un incontro autentico con il Signore. Cerchiamo di dare un nome anche a tutti quegli atteggiamenti nei quali ci troviamo un po’ a mercanteggiare con il Signore… vengo a Messa tutte le domeniche, però tu… rispetto il venerdì, ma quella situazione vedi di migliorarla… ti accendo un lumino o faccio un momento di preghiera, però…

Il Signore ci liberi dal fare della nostra vita di fede un luogo di mercato, ma ci aiuti a ritrovare lì il luogo di incontro autentico con il Padre.