25 dicembre

Natale del Signore

Commento alle letture della Messa della Notte con i ragazzi e le loro famiglie

Leggi le letture di oggi

Sono passati oltre 2000 anni da quell’annuncio di gioia che è appena risuonato questa sera, un bambino è nato per noi, il Salvatore è nato. Dio è sceso dal suo cielo per farsi uno di noi, come noi, umile, povero, fragile, debole… come lo è un bambino. Anche lui ha avuto bisogno di tutto e di tutti, della vicinanza di una madre, di nutrimento, di calore, di vestiti, di un luogo riparato dove stare…

Il presepio che abbiamo costruito nelle nostre case ci aiuta proprio a ricordare questo: Gesù è davvero diventato uno di noi, non ha fatto finta. È nato come noi, è cresciuto come noi, ha gioito come noi, ha sofferto come noi.

Ma ancora oggi, viene in mezzo a noi, aver ascoltato questo brano e aver costruito il presepio potrebbe farci pensare un po’ a quando scorriamo l’album delle fotografie o quando guardiamo un dvd con filmati e immagini di quando eravamo piccoli… per Gesù però non è così perché Lui, ancora oggi, viene in mezzo a noi.

È bella l’immagine utilizzata dalla diocesi, nella quale Maria, Giuseppe e Gesù sono in una casa in mezzo alle altre case, sì perché Gesù viene proprio in mezzo alle nostre case, alle nostre vite.

Questo è quanto ci dice anche la frase che riporta il tema di questa giornata: alla domanda Maestro dove dimori? Che ha guidato tutto l’avvento, la risposta è “In mezzo a noi”. Sì, Gesù viene qui, in mezzo a noi. Anzitutto con la sua parola che abbiamo ascoltato, poi nel pane e vino che diventano il suo corpo e il suo sangue.

Ma non solo, Gesù viene in mezzo a noi perché la culla per la sua nascita, oggi, non è quella di legno bensì è quella di carne, quella fatta dal nostro cuore. Gesù è stato avvolto in fasce e deposto nella mangiatoia, così oggi, Gesù viene deposto nel cuore di ciascuno di noi. È lì che vuole essere accolto, perché è da lì che vuole di nuovo incontrare tutta l’umanità attraverso i miei gesti, le mie azioni, le mie parole.

A Natale, si dice, che siamo tutti più buoni, forse è vero, ma forse non è merito nostro, non è questione di un’atmosfera speciale, è invece la presenza di Gesù nella nostra vita che in qualche modo ci cambia, ci fa essere più simili a lui.

Possano in questi giorni, le persone che ci incontrano percepire dentro di noi la presenza di questo bambinello, possano i nostri incontri e i nostri auguri essere sempre più veri, cioè sempre più alimentati da lui, sia il suo amore a farci incontrare fra di noi, a far cadere quelle barriere, allora sì ci sarà “sulla terra pace agli uomini che egli ama”. Buon Natale.

 

Commento alle letture della Messa dell’aurora

Come i pastori dopo aver ricevuto l’annuncio degli angeli non sono potuti rimanere fermi, lì dal loro gregge, non hanno potuto fare gli indifferenti a quanto era appena successo e abbiamo ascoltato nella celebrazione di questa notte, così anche per noi, ci siamo mossi dalle nostre case, siamo venuti qui, ci siamo incontrati come comunità di credenti, intorno al bambinello deposto nella mangiatoia.

Quanto stupore devono aver sperimentato i pastori nel riconoscere che tutto quanto era stato annunciato loro non era frutto di un sogno comune o di una suggestione di massa, non avevano avuto delle allucinazioni bensì ciò di cui erano stati resi partecipi corrispondeva alla realtà.

Loro, gli ultimi, coloro dei quali era meglio non fidarsi, sono i primi destinatari dell’annuncio angelico. Loro che vegliavano nella notte scoprono non nella salvezza del proprio gregge dagli attacchi esterni, bensì nella propria salvezza che giunge da un bambino il senso e il compimento di ogni loro notte di veglia, di attesa.

Anche noi abbiamo vegliato ed atteso, pur non avendo passato magari notti insonni, lungo questo tempo di avvento ed ecco che la nostra attesa non è stata vana, il compimento della nostra attesa è dato, non in qualcosa di eclatante per il mondo, eppure in qualcosa di straordinario che si manifesta nell’ordinario. Gesù, il Figlio di Dio, il Messia e il Salvatore nella straordinarietà dell’evento dell’incarnazione, della sua discesa dal cielo per divenire un essere umano come noi, lo fa nell’ordinarietà di un evento comunissimo… un evento che si ripete secondo le statistiche 4 volte in ogni secondo che passa… pensate quante volte si è già ripetuto dall’inizio di questa celebrazione… in quell’ordinario di una famiglia che vede venire alla luce il proprio primo figlio ecco darsi lo straordinario di Dio… normalmente non ci sono cori di angeli che annunciano la nascita di un bimbo e normalmente un bimbo non viene deposto in una mangiatoia. Ma Gesù viene per essere il cibo vero dell’umanità, deposto da subito lì dove viene messo il cibo per gli animali.

Maria custodisce nel silenzio questi avvenimenti e tutto quanto del bambino le viene detto, quanto è bello che non ci vengano riportate parole di Maria, lei accoglie, ha accolto l’annuncio, ha accolto la nascita, ha accolto i pastori, accoglie anche le loro parole e le custodisce, le medita nel suo cuore.

Possa essere così anche il nostro atteggiamento di oggi, alternandosi fra quello di Maria e quello dei pastori: custodiamo nel nostro cuore la straordinarietà dell’azione di Dio per gli uomini ma anche lodiamo e glorifichiamo Dio per non aver disdegnato il farsi uomo ed essersi fatto cibo per la nostra salvezza.