24 luglio

XVII domenica del Tempo Ordinario

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Si trovava in un luogo a pregare. Luca non ci dà ulteriori indicazioni se non il fatto che Gesù sente il bisogno di un dialogo profondo con il Padre e si ferma, si mette in preghiera… sì, Lui, il Figlio di Dio, ha bisogno e desiderio di pregare, di stare in intimità con Dio e potremmo dire che questa sua preghiera è “contagiosa”, perché i suoi discepoli che lo vedono sentono il desiderio di imparare da lui come entrare in relazione con Dio. Come sarebbe bello se anche la nostra preghiera fosse contagiosa, fosse così profonda da far sentire anche a quanti abbiamo intorno il desiderio di incontrare Dio riconoscendo che in questo incontro c’è un di più che il mondo non è in grado di offrire, che c’è un desiderio che il mondo non può saziare, una ricerca che le cose puramente materiali non possono appagare.

E Gesù inizia anzitutto chiamando Dio per nome… Padre. Non ti poni in dialogo con un giudice o con qualcuno che non ti può comprendere, ma riconosci con la preghiera che Dio è Padre e, in quanto tale si prende cura di te, ti sta vicino, ti comprende e ti sostiene.

Una preghiera che parte dalla lode del riconoscere la grandezza di questo Padre con quelle invocazioni iniziali dal sapore universale, di apertura al mondo intero, riconoscendo che pur entrando in un rapporto personale con Dio, nessuno ha il “diritto di esclusiva”… per giungere poi alle richieste più personali comunque espresse al plurale, riconoscendo che anche quando prego da solo, sono sempre inserito nella Chiesa, nella comunità dei credenti e la mia preghiera non è mai solo mia ma porta al Padre le richieste e le invocazioni di tutto il suo popolo.

Gesù ci invita a chiedere, nel Padre nostro non mancano le richieste e la parabola successiva dell’amico che bussa di notte ci sottolinea ulteriormente la disponibilità di Dio ad ascoltare le  nostre richieste, opportune ed inopportune… forse non tanto per darci le cose materiali, ma nella sua infinita bontà il Padre ci donerà lo Spirito Santo: il dono più alto che il Signore ci possa offrire.

Gesù non ci promette che il Padre soddisferà i nostri capricci, tutti i “voglio, voglio, voglio”… che possiamo pronunciare, ma proprio come un Padre che vuole bene al proprio figlio, Dio ci darà ciò di cui veramente abbiamo bisogno, ciò che sazierà la nostra anima. La preghiera ci aiuta a riconoscere il nostro bisogno di Dio, della sua vicinanza e del suo amore, inoltre la preghiera si fa anche intercessione… è quella più gratuita… colui che cerca il pane non lo cerca per sé ma per l’amico arrivato di notte… affidiamo al Padre le persone che abbiamo accanto a noi, consegniamo a lui le loro necessità magari anche sofferenze, dove noi fisicamente non possiamo arrivare, possa giungere lui con la sua grazia.

Sta per cominciare la grande esperienza della Giornata Mondiale della Gioventù, il pellegrinaggio dei giovani di tutto il mondo, insieme con papa Francesco, a Cracovia, la distanza anche fisica sia l’occasione per affidarci reciprocamente al Padre.