29 maggio

Solennità del Corpo e Sangue di Gesù

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Quest’oggi ci poniamo anche noi in mezzo a quella folla che segue il Maestro dove la conduce, lo ascoltiamo, siamo venuti qui per stare con lui.

Colpisce molto cogliere quella folla che non sembra sentire il tempo che passa, non sembra rendersi conto che si sta facendo tardi, ormai la giornata è passata. Gli unici ad essersene accorti sembrano essere i dodici che invitano Gesù a “chiudere il discorso”, a salutare la folla e lasciarla andare a cercare cibo e alloggio per la notte. Forse dicendo questo, stanno anche cercando di far sì che anche per loro e non solo per la folla ci possa essere un momento di ristoro, di tranquillità insieme con il Maestro.

Gesù però non ci sta, non accoglie questa richiesta molto umana, invece rilancia ai Dodici la necessità di stare accanto fino in fondo a quella folla così bisognosa di cura (non solo fisica, ma soprattutto spirituale: della sua Parola) e chiede che si mettano in campo offrendo quanto hanno a disposizione. La richiesta sembra assurda e come tale, probabilmente, l’avremmo presa anche noi se fossimo stati al posto dei Dodici: com’è possibile sfamare 5000 persone con il poco cibo rimasto che, forse, non sarebbe bastato nemmeno a loro…

Ma Gesù fa bastare quel cibo, a lui basta che noi ci apriamo con disponibilità alla condivisione, non ci chiede di avere tutto ma di mettere a disposizione tutto ciò che siamo e abbiamo, quanto è nelle nostre possibilità o capacità non deve rimanere solo per noi, altrimenti davvero sembra come il cibo dei 12 mai sufficiente, se invece lo offri, ti offri, ti poni con fiducia nelle mani del Signore, allora anche il poco pane che sei tu, può diventare qualcosa che sfama la folla, perché è Lui a fare il resto.

E questo pane basta, non solo, ne avanza pure, ben 12 ceste…

Questo pane è l’Eucarestia che ogni giorno la Chiesa offre su tutti gli altari del mondo, perché Gesù sfami ancora la fame dell’umanità sfinita.

È quanto stiamo celebrando ora e quanto ogni domenica celebriamo insieme: Gesù che si offre in quel pezzetto di pane che è tutta la sua vita, tutto sé stesso, ci riempie di sé perché pian piano possiamo essere sempre più simili a lui… infatti mentre normalmente noi assimiliamo il cibo, cioè mangiando il cibo noi lo rendiamo parte del nostro corpo, con l’Eucarestia avviene il contrario: è Gesù che ci assimila a Lui, che entrando in noi ci rende sempre più simili a Lui e parte del suo corpo, che è la Chiesa.

Affidiamoci a Lui, lasciamoci nutrire fino in fondo dal suo Corpo per essere disponibili ad offrirci a nostra volta per quanti incontriamo accanto a noi.