18 settembre

XXV domenica del Tempo Ordinario

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Proprio in questa domenica nella quale la Chiesa italiana si pone accanto alle popolazioni terremotate esprimendo la propria solidarietà concreta attraverso la colletta nazionale: una raccolta di denaro da destinare a quanti hanno perso tutto perché possano in qualche modo ripartire… proprio oggi, il Vangelo ci parla di ricchezza, di utilizzo dei beni di questo mondo.

Per prima cosa la parabola iniziale non ci vuole insegnare come truffare in questo mondo… ma si tratta di un paragone per assurdo… cioè come i disonesti nel mondo riescono ad essere scaltri nel ricercare una via di salvezza e la imboccano con molto coraggio, così anche noi cristiani siamo invitati a riconoscere la via di salvezza che abbiamo davanti e che consiste proprio nella fedeltà al Signore… sì, siamo in qualche modo trovati mancanti, disonesti… abbiamo molto peccato, eppure il Signore ci offre la via di salvezza: fidarci di lui, consegnarci ancora una volta a lui e al suo amore misericordioso…

Ecco che Gesù ci invita non a diventare disonesti… perché la disonestà non ripaga nemmeno quando credi di averla fatta franca… puoi essere rimosso dal tuo incarico, da quella sedia che tanto ti sei imbottito sotto in ogni momento… attento sempre a non far diventare un incarico che hai o un servizio che svolgi o un dono che ti è fatto… un diritto da brandire di fronte agli altri… perché prima o poi ti verrà chiesto conto se hai fatto di quel posto, di quell’incarico un’occasione di salvezza tua e degli altri o un’occasione per spadroneggiare.

Così, allora, è per il denaro, per la ricchezza in generale… se diventa il fine della nostra esistenza, l’idolo per il quale compiamo ogni nostra azione, questo ci allontana dal Signore, come quell’amministratore allontanato dal suo padrone perché il cuore era disonesto, attaccato appunto al denaro… se invece i beni che abbiamo li sappiamo condividere con gli altri, renderli strumento per incontrarci, per relazionarci, per volerci bene e aiutarci, allora questi beni ci apriranno le porte delle dimore eterne, ci apriranno la porta del paradiso…

Non potete servire Dio e la ricchezza è l’annuncio finale fatto da Gesù: se la ricchezza diventa un idolo da servire, allora ci allontana dal Signore e dalla possibilità della salvezza, se invece ci apriamo alla comunione e condivisione con gli altri, questa ricchezza diventa un aiuto che ci è messo a disposizione in questa vita per preparare il nostro cuore a fare spazio al vero Signore della nostra esistenza.