10 gennaio

Leggi le letture di questa domenica

Per la liturgia sono già passati trent’anni, gli anni della vita nascosta di Gesù sono ormai dietro le sue spalle, si è fatto uomo, adulto, la sua permanenza a Nazareth si è conclusa e si è fatto il tempo di partire… in tutti i sensi, partire dal suo villaggio e partire anche come “cominciare” il dare l’avvio alla sua missione di annuncio a tutto il popolo della lieta novella che il Regno di Dio è vicino, che Dio non ha cessato di prendersi cura del suo popolo.

E proprio questo popolo è il primo ad esserci presentato quest’oggi. Potremmo definirlo un popolo affascinato dalla predicazione di quel personaggio tanto particolare come era Giovanni il Battista, al punto di chiedersi se non fosse lui l’inviato del Signore.

Giovanni non cede alle lusinghe, non accetta questo giochino, immediatamente mette le cose in chiaro, si fa da parte, lascia il posto al vero inviato del Signore… viene uno più forte di me. Sì, il Messia sarà più forte di lui, non nel senso che utilizzerà la forza per sottomettere e schiacciare i nemici, ma avrà in sé la forza stessa di Dio e battezzerà in Spirito Santo e fuoco.

Quanta umiltà ci insegna Giovanni, quanta capacità di mettersi da parte perché il Signore possa manifestarsi con tutta la sua forza e grandezza e possa risplendere davanti a tutti il volto del Signore e non il suo. Come sarebbe bello se anche noi imparassimo lo stesso stile dimesso del Battista e lasciassimo intravedere un po’ di più nella nostra esistenza l’azione stessa di Dio.

E Gesù, prima di predicare si avvicina proprio a questo popolo in ricerca, desideroso di avviare un cammino di conversione per poter fare un’autentica esperienza di Dio, si immerge in questo popolo, quasi mimetizzandosi, nascondendosi in mezzo ad una folla di peccatori e anche lui si fa battezzare da Giovanni. È significativo che dopo aver ricevuto il battesimo, Gesù abbia sostato in preghiera, si è fermato, ha instaurato un dialogo col Padre, si è consegnato e affidato interamente a lui, ha consegnato quel popolo che con lui è stato battezzato in quelle stesse acque, ha affidato la missione che da questo momento si apriva davanti a lui… non conosciamo direttamente il contenuto della sua preghiera, però ci affascina e non può lasciarci indifferenti il fatto che il Signore per primo nei momenti significativi della sua esistenza si sia fermato a dialogare col Padre. Quanto bisogno abbiamo anche noi di fermarci un po’ e di consegnarci a Dio. Prenderci del tempo affinché quanto siamo e facciamo assuma senso e sapore alla luce stessa di Dio. La risposta di Dio non si è fatta attendere, è la manifestazione della Trinità: la voce del Padre, il Figlio in preghiera e lo Spirito Santo in forma di colomba. Dio Padre attesta in quell’uomo il proprio Figlio amato, nel quale anche ciascuno di noi si può sentire veramente figlio. Sentiamo Gesù vicino a noi, così come è stato vicino a quei suoi compaesani nel ricevere il battesimo, ma percepiamo che proprio grazie a lui ci viene offerta la possibilità della salvezza che ogni domenica celebriamo proprio nell’Eucarestia, in quel pane e questa parola spezzati per la nostra salvezza.