01 novembre
Quest’oggi siamo saliti anche noi, insieme ai discepoli, sul monte per ascoltare il Signore. Lui si pone come il maestro, si pone seduto a parlare alla folla e offre un annuncio nuovo, l’annuncio delle beatitudini.
Si potrebbe dire che gli insegnamenti ascoltati quest’oggi sono il programma di vita che il Signore propone a tutti coloro che vogliono vivere la propria esistenza in un discepolato vero. Non offre indicazioni pratiche, come noi saremmo portati a chiedere… ci ricordiamo il giovane ricco che qualche domenica fa ha chiesto: “cosa devo fare…” per Gesù non è questione di “cose da fare”, come non è nemmeno un definire “cose da non fare” come invece fece il grande legislatore prima di lui, Mosè con i dieci comandamenti che guidano su cosa è necessario fare e cosa non fare…
Gesù potremmo dire che si pone su un piano diverso. Apre a quanti si pongono in ascolto un orizzonte di senso nuovo, un senso che va al di là del merito, del fare per avere… riconoscenza, un premio, un qualcosa di guadagnato… in un mondo segnato da una mentalità commerciale e da una forte ansia da prestazioni, per cui uno vale per il numero di cose che fa in una giornata e per il successo che queste cose riescono ad avere… (pensiamo al mondo del lavoro, ma anche ai ragazzi così oberati di cose da fare per le quali viene chiesto non tanto di divertirsi, di stare bene insieme agli altri, ma di vincere, di essere il migliore…) in un mondo così Gesù si pone con un annuncio completamente diverso, ribalta proprio il modo di vedere e di intendere la vita.
Non siamo in cerca di qualcosa da ottenere come un guadagno per quanto siamo stati bravi, è il Signore che si offre a noi, è lui che ci dona il Regno dei cieli, la consolazione, la misericordia, la pace, ecc.
Dio ci apre le porte di una vita nuova e piena con Lui, una vita nella quale il senso ultimo, lo scopo fondante è lo stare con lui, godere della sua presenza… è ciò che vuol dire il contemplare il volto di Dio. È infatti strepitoso ciò che Giovanni nella seconda lettura ci ha offerto dicendo che “saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è”. Sarà il vederlo che ci offrirà la possibilità di essere come Lui. Di nuovo, sarà Lui, quindi, a renderci simili a Lui. La sua presenza colmerà di senso la nostra esistenza. Un’esistenza che non si chiude qui, su questa nostra amata terra, che sappiamo siamo chiamati a lasciare presto o tardi… ma un’esistenza che raggiunge la sua pienezza proprio nell’incontro con il Padre. Questo incontro è ciò che celebriamo oggi, i Santi, coloro che sono stati accolti da Dio, che hanno vissuto con lo sguardo innalzato verso il Signore, con lo sguardo riconoscente e grato, uno sguardo aperto all’azione di Dio nella loro storia… ci siano di esempio, non tanto di quanto sono stati bravi, quante cose hanno saputo fare… ma quanto si sono abbandonati fra le braccia del Signore, quanto si sono fidati della sua parola.